E’ morto un musicista molto amato ed apprezzato a livello mondiale. In carriera aveva collaborato con i più grandi.
E’ appena morto un musicista geniale ed innovativo, molto amato e stimato da chiunque nel mondo. La notizia ha fatto immediatamente il giro della rete, dato che in carriera aveva suonato praticamente con tutti i più grandi. Con lui se ne va purtroppo un pezzo di storia, visto che era considerato un pioniere nel suo genere ed in assoluto uno dei più bravi. D’altronde la sua discografia parla chiaro: sei album originali insieme alla sua band oltre ad una miriade di progetti paralleli prodotti in compagnia di altri artisti.
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Dunque per la musica è l’ennesimo giorno triste, visto che ci lascia un talento cristallino, dalla classe indiscutibile. Moltissimi colleghi lo consideravano come un modello da seguire, visto lo spessore tecnico delle sue opere. Era nato nel 1953, ed ha raggiunto uno straordinario successo soprattutto nel corso degli anni Ottanta. I primi passi li ha mossi in tenerissima età nella sua città natale, Kingston. In Giamaica era un autentico mito, eppure parliamo di una terra che già prima di lui aveva visto alternarsi una serie di autori giganteschi, soprattutto per quanto riguarda il panorama reggae.
Morto un musicista amato in tutto il mondo: è un giorno tristissimo
Purtroppo stiamo parlando del grandissimo Robbie Shakespeare, scomparso la sera dell’8 dicembre. Son passati solo pochi giorni eppure sembra già un’eternità. Bassista e produttore di immenso talento, ha raggiunto un’incredibile notorietà come parte del duo Sly And Robbie, fondato assieme all’amico batterista Sly Dunbar. Amava unire al reggae una vasta gamma di moderni effetti elettronici, per questo gli album “Language Barriers”, “Rhythm Killers” e “Taxi Fare” si erano imposti all’attenzione generale come dei dischi capaci di fondere passato e futuro.
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Oltre all’attività in studio con il duo Sly And Robbie, Shakespeare ha portato avanti una fitta rete di collaborazioni, incidendo assieme ad altri mostri sacri. Tra questi Grace Jones, Peter Tosh e Jackson Brown, ma per venire alle generazioni più recenti ricordiamo anche l’ottimo lavoro svolto al fianco di Sinead O’ Connor, Sting, Bob Dylan, Gary Barlow e Joe Cocker. Insomma, un artista a trecentosessanta gradi capace di prestare il suo estro ai generi musicali più disparati. Aveva 68 anni, avrebbe potuto dare ancora molto.