Una canzone travolge un paese, disgrazia e disperazione

Giorni sconvolgenti, tutto è partito da una canzone che ha scatenato un’ondata di sofferenza inspiegabile.

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In questi ultimi giorni a Cuba ci sono miriadi di proteste che hanno accentuato una crisi già esistente da tempo. Con il Covid, infatti, le diseguaglianze sociali e le difficoltà economiche sono aumentate a dismisura, tanto da scatenare la reazioni dei Cubani nei confronti del governo. A rendere ancora più complessa la situazione c’è l’embargo da parte degli Stati Uniti d’America che pone il piccolo stato in una posizione molto svantaggiosa.

Da anni, oramai, ci sono una serie di denunce volte a mettere in luce le precarie condizioni di Cuba. Ora la popolazione è al limite della sopportazione ed è decisa a far valere i propri diritti con fermezza. Le protesta hanno uno slogan che, sin da subito, ha catturato in pieno lo spirito dei manifestanti: patria y vida. Il riferimento è ad una canzone omonima che, da domenica, è diventata l’inno ufficiale dei movimenti a Cuba. La storia che si cela dietro al brano, ed il significato dello stesso, sembra descrivere alla perfezione le tensioni a cui stiamo assistendo. Scopriamo, quindi, il significato. Non che sia colpa della canzone, ma di certo ha aumentato la tensione fino a farla esplodere.

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L’inno delle proteste a Cuba

Cuba cosa succede
Manifestanti a Cuba per le proteste contro il governo (Getty Images)

Le proteste a Cuba di questi giorni sono figlie di una situazione difficile già pre esistente. Ad accompagnare i manifestanti in questi giorni così duri c’è un brano in particolare, Patria y vida, uscito nel febbraio di quest’anno. La canzoni è degli artisti cubani Yotuel Romero, Descemer Bueno, Maykel Osorbo, Eliécer “el Funky” Márquez e il duo reggaeton Gente de Zona. Il testo prende di mira direttamente il governo comunista di Cuba: “Basta bugie. Il mio popolo chiede la libertà, non altre dottrine. Non gridiamo più, patria o morte, ma patria e vita“.

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Il testo è dunque un inno alla libertà, ad una società giusta e senza abusi di potere. Cantare unisce i popoli e li pone sotto un’unica bandiera, quella del rispetto e dell’amore fraterno. Il nostro augurio è che queste tensioni possano finire presto e che si possa raggiungere uno stato libero, senza diseguaglianze.

 

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