“Quando eravamo swing”. Gli anni ’30 dei TARM e il sapore di un disco da scoprire

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Avete presente l’odore della cannella, le luci dell’albero di Natale e il via libera a Michael Bublè che si scatena con il suo swing che fa ballare anche la nonna in cucina? Beh. L’album “Quando eravamo swing” della band di Pordenone dei Tre Allegri Ragazzi Morti insieme alla Abbey Town Orchestra farà dondolare non solo la nonna, ma anche le palline dell’albero di Natale.

Certo, siamo in estate, ma questo disco merita di essere ascoltato tutto l’anno nonostante le sonorità un po’ più “invernali“. I TARM si sono reinventati e hanno arrangiato in modo completamente accattivante, cambiando anche il titolo, alcune delle loro hit più famose. Da Occhi Bassi a I Cacciatori tutte le dieci tracce sono registrate in presa diretta nel Teatro Arrigoni di San vito Al Tagliamento, diretti dal pianista Bruno Cesselli e rifinito il tutto dall’Alambic Conspiracy Studio da Paolo Baldini. Brani come “La mia vita senza rock sono dei veri e propri capolavori di sperimentazione senza paura, sembra quasi di ascoltare la versione originale; come se quella che siamo invece abituati a sentire fosse realizzata in un secondo momento. Davide Toffolo con la sua voce particolare si adatta particolarmente bene anche a questo swing che, ogni tanto, scivola nel reggae con il drumming di Luca Masseroni. Ad aiutare Toffolo sbuca la voce di Maria Antonietta, Alfredo Puglia e Jacopo Garzia, uno dei due gemelli della band reggae dei Mellow Mood che dà un sapore esotico, quasi a rinfrescare il calore del disco, con “Puoi dirlo a tutti” in cui si fa largo anche un po’ di dub.

Ultima “chicca” che rende questo disco unico è la copertina: è una foto di Cecilia Ibañez che ritrae la star internazionale del burlesque Cleo Viper, una delle artiste italiane che incarna questa nuova commistione fra gusto del passato e gusto contemporaneo.