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Michael Jackson non sapeva farlo | Polemica infinito

Michael Jackson non sapeva farlo, una cosa che scatenò una polemica infinita nella storia della musica internazionale all’epoca del suo successo.

Michael Jackson (Getty Images)

Nato a Gary il 29 agosto del 1958 il cantante morì a Los Angeles il 25 giugno del 2009 dopo aver cambiato di fatto la storia della musica. Noto come The King of Pop scrisse canzoni memorabili e lanciò delle mode che ancora oggi si possono considerare rivoluzionarie. Nella Rock and Roll Hall of Fame ha due stelle, uno dei pochi artisti ad averle ricevute, una da solista e una come membro dei Jackson 5. Ottenne 10 nomine nella Hall of Fame. Artista straordinario ottenne 39 certificazioni nel Guinness dei primati. Qui però non si fermano i suoi successi.

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E’ riuscito infatti a vincere 15 Grammy Awards, 40 Billboard, 26 American Music, 16 World Music, 15 MTV Video music, 12 Soul Train Music, 6 BRIT e 1 Golden Globe. La sua vita è stata costellata da successi, ma nonostante questo c’è una cosa che non tutti sono consapevoli di un limite che in realtà lui trasformò in virtù grazie alle sue doti. Il talento gli aveva permesso di raggiungere risultati straordinari.

Michael Jackson, cosa non sapeva fare?

Michael Jackson (Getty Images)

Cosa non sapeva fare Michael Jackson? C’è una cosa che l’artista non ha mai imparato e cioè a leggere e scrivere musica sul pentagramma. Sembra incredibile solo pensarlo, eppure questa cosa è stata ribadita diverse volte e confermata da diverse fonti. Nonostante un’educazione rigida ricevuta il cantante non riusciva a farlo ma andava ad orecchio, riuscendo sempre e comunque ad arrivare al pubblico. Riusciva a suonare tastiera, sintetizzatore, chitarra, batteria e percussioni anche se non proprio tutte in maniera eccezionale.

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Come faceva Mozart però confessò di sentire sinfonie intere nella sua testa e le metteva giù con gli strumenti prima che questo fosse effettivo sulla carta. Incredibile il racconto dell’ingegnere del suono Rob Hoffman che specificò: “Una mattina entrò con una nuova canzone scritta durante la notte. Abbiamo chiamato un chitarrista e Jackson ha cantato ogni noa di ogni accordo con lui. Il primo accordo, la prima nota, la seconda e la terza. Poi abbiamo assistito alla più appassionata e profonda performance vocale mai sentita nella sala di controllo attraverso un SM57”.

Matteo Fantoli

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