Il Destino di Onit, Antonio Pettinato ESCLUSIVO “Ecco come nasce l’opera”

Antonio Pettinato è l’autore de Il Destino di Onit, Nella costellazione di Andromeda pubblicato da Santelli Editore. L’abbiamo contattato in una delle nostre interviste in musica.

Come nasce la sua opera?

Come scrivo in una delle prime pagine del libro, citando Proust, ogni scrittore il “romanzo” ce l’ha dentro di sé: lo deve solo “tradurre”. Il romanzo che io avevo dentro di me era il “grumo” irrisolto, fino a tarda età. del rapporto patologicamente edipico, tra me e mia madre. Ho cercato di affrontare il problema attraverso la scrittura sperando nel suo effetto terapeutico. Mi sono accorto, cammin facendo, che il farlo mi portava su altri “lidi”, in particolare quello del rapporto tra mia madre e la sua famiglia d’origine, in particolare col padre e con la sua complessa e contraddittoria personalità; il luogo di residenza; le tradizioni; i costumi; le superstizioni; i rapporti interfamiliari; i metodi “educativi”; le esperienze formative. Mi sono reso conto ad un certo punto che i pezzi del “puzzle”, se opportunamente collocati, avrebbero potuto costituire un “affresco”, un “mosaico” di come si viveva in un borgo, chiuso e autarchico, negli anni ’50 del secolo scorso. Il libro è costituito da una serie di Racconti, apparentemente slegati tra loro ma, al contrario, tenuti insieme da tre “filoni” fondamentali che lo “attraversano”: la “rivisitazione” della figura materna da parte del piccolo protagonista; la critica al falso mito della cosiddetta “bontà” della civiltà contadina tanto sbandierata sia a livello letterario che filmografico; lasciare una testimonianza per le attuali giovani generazioni di come si viveva in un borgo negli anni ’50 del secolo scorso: cioè in pieno Medioevo! Ovviamente non spetta a me giudicare se sono riuscito nell'”impresa”!

Sì immagina il suo romanzo come un film?

Sono del parere che i contenuti del libro, i luoghi, il protagonista, i vari personaggi ed il tipo di narrazione possano costituire le basi per un film o una fiction. Credo sia opportuno precisare che l’aver ambientato le varie storie in un luogo particolare lontanissimo della terra, cioè nella costellazione di Andromeda, è una pura finzione letteraria. In effetti le storie e i luoghi sono quelli del mio paese di origine in Calabria dove tuttora, maestosamente, esiste un ponte romano risalente a 2000 anni fa. Quindi il luogo potrebbe costituire una seria attrattiva storico-culturale per l’ambientazione filmica: si pensi per esempio ai cosiddetti luoghi di Montalbano! Se il libro dovesse diventare film o fiction i luoghi narrati e descritti nel libro diventerebbero “I Luoghi di Onit” il paese di chiare origini romane potrebbe riconquistare e riavere il suo antico splendore.

Se sì, quali sarebbero le musiche ideali?

Le musiche potrebbero ispirarsi a quelle di Ennio Morricone.

Che musica ascolta Antonio?

Io ascolto musica POP e “arie” e “ouverture” delle maggiori opere liriche italiane.

C’è una canzone che l’ha accompagnata nella scrittura del libro?

La canzone che mi ha tenuto compagnia durante la stesura del libro è “Imagine” di John Lennon più tutte le “melodie” provenienti dagli animali del mio orto sia domestici sia selvatici!