Giovanni Allevi sta male, costretto a dire addio

Giovanni Allevi sta male, costretto a dire addio fa un triste annuncio ai suoi fan. Anche se una flebile speranza sembra rimanere ancora in piedi.

Giovanni Allevi
Giovanni Allevi (Getty Images)

Tutti conoscono lo straordinario musicista che ci ha fatto innamorare del pianoforte, toccandolo con amore e grande personalità. Nato ad Ascoli Piceno il 9 aprile del 1969 sembra sicuramente molto più giovane degli anni che realmente ha. Artista poliedrico è anche scrittore e insegnante, abile nel dialogare e nel mostrarsi per quello che è. Per questo a volte è stato anche criticato, risultando troppo vero e forse in alcuni casi eccessivo nelle sue espressioni. Nonostante questo ha conquistato una fetta di pubblico.

LEGGI ANCHE >>> Quando gli si staccò la retina

Una sua intervista pubblicata oggi ha sconvolto però i fan. Questo perché ha mostrato un suo lato molto fragile e gli ha permesso di emergere agli occhi delle persone per quello che è realmente divenendo di fatto un personaggio controverso e molto amato. Allevi poi può stare simpatico o no, però le capacità al pianoforte sono un dato di fatto puramente oggettivo.

Giovanni Allevi dice addio alla musica?

Giovanni Allevi
Giovanni Allevi (Getty Images)

Giovanni Allevi potrebbe dire addio alla musica, anche se non sembra di certo volersi arrendere. Al Corriere della Sera ha però svelato la sua situazione legata alla vista: “Ho una riduzione del campo visivo permanente. Quando suono non riesco a vedere la mia mano sinistra però chiudo gli occhi, appoggio le dita sulla tastiera e la immagino. I medici mi dicono che dovrei smettere di fare concerti per questo problema, ma io non intendo obbedire loro”.

LEGGI ANCHE >>> Michelle Dragotto in esclusiva

Il suo essere eccentrico a volte l’ha portato a ricevere anche delle offese, ma lui spiega: “Diversi psicologi hanno ritenuto che alcuni miei comportamenti siano riferibili alla Sindrome di Asperger, una leggera forma di autismo. In questo senso sono avvolto in una ripetitività ossessiva di comportamenti e gesti. La mia risata spesso arriva in maniera improvvisa e non contestualizzata. Questo complica tutto anche davanti ai media. Si tratta di una reazione psicologica al tentativo di dare un controllo sulla vita che mi sfugge da sotto le mani di continuo. Probabilmente l’essere apolide è il mio peccato originale”.