Asperger, Roberto Nocchi Esclusiva: “Cos’è la Sindrome che ha Giovanni Allevi”

Roberto Nocchi in esclusiva ai nostri microfoni ha raccontato il suo personaggio Max di Tutto può succedere affetto dalla Sindrome di Asperger.

Giovanni Allevi
Giovanni Allevi (Getty Images)

Se ne torna a parlare anche a causa di alcune parole di Giovanni Allevi: “Ho interpretato Max nella serie Tutto può succedere per tre stagioni. Max è un ragazzino con la Sindrome di Asperger, questa rientra nello spettro autistico ad alto funzionamento. Per preparare il personaggio c’è stato un grande lavoro. Già prima di girare conoscevo e conosco ancora oggi un ragazzo Asperger e questo mi ha aiutato nella preparazione dei provini. Mi ha aiutato per il fatto che conoscessi concretamente questa sindrome. Ho lavorato con Lucio Pellegrini, il regista principale, e anche con uno psicologo che mi ha aiutato nelle prime fasi della serie e poi nei momenti critici dell’interpretazione come ad esempio quando Max si trova di fronte a delle crisi. Ho anche partecipato a delle conferenze di Davide Moscone che fa parte di Spazio Asperger e sono state molto istruttive”.

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Sindrome di Asperger, il racconto di Roberto Nocchi

Roberto Nocchi è Max in Tutto può succedere

Roberto Nocchi parla poi del noto pianista e di quanto detto in questi giorni: “Come sottolinea Giovanni Allevi è vero gli Asperger hanno questo aspetto maniacale, ma possono essere molto diversi tra di loro. Alcuni rifiutano il contatto, altri sono invece molto calorosi e affettuosi. Non sapevo fosse Asperger, ma non è una cosa rara che ci siano dei geni, nel suo caso della musica, con la sindrome. Questo anche perché l’aspetto della maniacalità e dell’approfondimento può regalare una crescita in un dato argomento”.

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Al Corriere della Sera il noto pianista aveva affermato: “Diversi psicologi hanno ritenuto che alcuni miei comportamenti siano riferibili alla Sindrome di Asperger, una leggera forma di autismo. In questo senso sono avvolto in una ripetitività ossessiva di comportamenti e gesti. La mia risata spesso arriva in maniera improvvisa e non contestualizzata”.