Enrico Nigiotti contro lo Stato: “Non mi sento rappresentato”

Fanno parlare le dichiarazioni di Enrico Nigiotti che si è schierato di fatto contro lo Stato. Come saranno state prese le sue parole?

L’artista è pronto per tornare in tour, ma le sue parole in una recente intervista fanno discutere. Come la prenderanno gli organi di competenza?

Enrico Nigiotti
Enrico Nigiotti

Partiamo dall’idea che ognuno è libero di esprimere la propria idea e che il cantante ex stella di X Factor non ha di certo mancato di rispetto a nessuno. Nonostante questo le sue parole faranno discutere a lungo con alcuni che forse le hanno anche male interpretate sotto diversi punti di vista.

L’artista è pronto a tornare in tour partendo con la data di oggi a Roma per essere poi tra una settimana, quando il calendario ci dirà 21 gennaio, a Milano. Saranno sicuramente dei momenti di grande intensità che gli permetteranno di ricostruire un rapporto diretto con il suo pubblico.

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L’emergenza sanitaria ha obbligato un po’ la musica a uscire dagli schemi con live sui social network e nessuna possibilità di esperienza live. Distanziamenti, mascherine e tamponi hanno portato a vivere tutto in una nuova realtà, anche se in questi ormai due anni di pandemia abbiamo avuto anche qualche occasione per andare ad ascoltare concerti.

Sono parole di libera espressione per l’artista che ha comunque dimostrato grande attenzione anche alle cause sociali. Un personaggio molto attento ai suoi fan e che ha sempre rispettato con grande affetto, dimostrandosi pronto anche ad ascoltare le loro richieste. Andiamo ora a leggere la sua polemica contro lo Stato.

Enrico Nigiotti, l’intervista a Leggo

Enrico Nigiotti
Enrico Nigiotti (Getty Images)

In una splendida intervista a Leggo quando gli chiedono se lo Stato poteva fare meglio il cantante risponde in maniera abbastanza secca: “Non mi sono mai aspettato molto, non mi sento rappresentato. Sono un livornese, quasi un anarchico. Uno Stato che si è comportato come sappiamo con il DDL Zan come avrebbe potuto mettere in primo piano l’arte?“.

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L’artista continua: “Credo nella rivoluzione in piazza, più che in un post da sette miliardi di like. La storia ce lo insegna. Capraia? Era il mio posto nel momento di lockdown, un’isola con 90 abitanti e senza nulla. Lì ho scritto Notti di luna, ma ora voglio salire sul palcoscenico per due ore di musica. Voglio un concerto empatico con una scaletta costruita in grado di scorrere veloce. Si tratta sicuramente di un ritorno alla vita e io mi sento vivo come non mai. Voglio prendere e fare ora”.