EDITORIALE. Parigi sotto attacco. “Everywhere is war” e nessun Dio ci guarda con orgoglio oggi

PARIS, FRANCE - NOVEMBER 13:  Parisians look at the scene outside the Bataclan concert hall after an attack on November 13, 2015 in Paris, France. According to reports, over 120 people were killed in a series of bombings and shootings across Paris, including at a soccer game at the Stade de France and a concert at the Bataclan theater. (Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images)Questa mattina mi sono svegliata con una canzone in testa, “War” di Bob Marley. Mi hanno risuonato in testa le parole di questo grande autore della musica mondiale da quando nella serata di ieri, 13 novembre, sono iniziate ad arrivare le prime notizie degli attacchi a Parigi.

Until the philosophy which holds one race
Superior and another inferior
Is finally and permanently discredited and abandoned
Everywhere is war

Siamo in un mondo dove non è stata ancora dichiarata ufficialmente la “Terza Guerra Mondiale”, ma di fatto la stiamo vivendo. La viviamo noi europei colpiti oggi, come nei mesi scorsi dalla paura degli attacchi terroristici. La vivono tutti gli innocenti dei paesi arabi, asiatici, africani…che ogni giorno muoiono per una guerra che non è nemmeno la loro.

Una guerra combattuta in nome di una religione, di un Dio che, se esiste davvero, non credo stia guardando a noi con molto orgoglio.

That until that day
The dream of lasting peace, world citizenship
Rule of international morality
Will remain in but a fleeting illusion
To be pursued, but never attained
Now everywhere is war, war

Credo che ieri notte la follia di questi giovani attentatori che hanno sparato sui loro coetanei a un concerto, o che si sono fatti esplodere in nome di una guerra molto più grande di loro, sia guidata da molto più lontanto. Gli interessi politici, economici e militari che si muovono dietro e che tendono i fili di queste ondate di terrore siano ben più ampi e complessi rispetto a ciò che i giovani attentatori hanno sentito quando hanno deciso di “arruolarsi” per combattere contro “lo straniero invasore”.

Ieri notte ci siamo addormentati con la certezza che oggi non saremmo stati più gli stessi e che, attacchi di questo genere non saranno gli ultimi e che il tracollo per il mondo come lo conoscevamo noi sia dietro l’angolo. La paura è un grande strumento di potere sia per chi inneggia alla necessità di difendersi, sia per chi userà questa arma per compiere nuovi attentati.

A Parigi hanno colpito l’amore per la musica, l’amore per lo sport, l’amore per il buon cibo. Hanno colpito giovani come me, adulti come i miei genitori, che si regalavano un po’di svago. Potete chiamarla guerra di religione, definirli attacchi terroristici, per me è solo follia che verrà strumentalizzata a breve da una parte e dall’altra per dare vita a nuovo odio.