Ogni anno, con cadenza più o meno diversa, torna in auge il fenomeno della musica come droga. Nello specifico si parla della musica di i-doser.
Non stiamo parlando di droghe da assumere, ma solo di musica che sembra provocare sensazioni paragonabili a una sostanza stupefacente. Il concetto alla base, come si legge su Focus, è l’ascolto dei “battiti binaurali” ossia suoni con frequenze audio tra i 3 ei 30 hertz che non sono percepite dall’udito, ma vengono captate dal cervello innescando così delle reazioni cerebrali simili alla droga.
L’uso di queste onde sonore è abbastanza comune all’estero dove le forze di polizia le utilizzano come deterrenti per calmare i ragazzi.
Scatta così l’allarme su queste cyber droghe e la Guardia di Finanza controlla attentamente questo mercato che attira dapprima con dei file gratuiti da scaricare e poi chiede il pagamento facendo scattare così il rischio di incappare in frodi virtuali. Sui rischi per la salute per ora non pare ci siano evidenze
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