Il conto alla rovescia per Rock in The Casbah: il festival rock più amato della Liguria

oliykuth

Ci siamo, un anno dopo, anno dopo anno. Siamo al numero 17.
Parte il conto alla rovescia per Rock in the Casbah, il festival rock più amato del Ponente, l’ondata di musica e colori che porta vita nella città vecchia, a San Costanzo, quell’anfiteatro creato quesi per caso tra i muri della “Pigna”. Ma quella è un’altra storia.
Noi, ora, vogliamo iniziare il viaggio. Quel “Road to Rock in the Casbah” che tanto ci piace e che, possiamo dirlo, tanto vi è piaciuto.
Ad aprire la strada saranno le parole di Simone Parisi, dj e voce storica della manifestazione, colui che sceglie con cura il sottofondo di ogni serata, che dispensa parole tra le tante note di Rock in the Casbah.
Ed con lui, con le sue parole, scopriamo che quest’anno Rock in the Casbah…verrà dal Sud.

Vengo dal Sud. Con la gola appena riempita di sale gettato in dosi massicce dall’ultimo Maestrale, quello di giugno, quello che s’avvicina al solstizio e sfiora l’estate.
Vengo dal mare, e salgo in collina, la prima, quella che sovrasta la costa e arrivo a ritroso attraverso una “mulattiera di mare”. Ed ogni luogo è a Sud di qualcos’altro, ogni costa è il meridione d’una collina in un eterno gioco di confini umani molto spesso invisibili e, talvolta, indivisibili…tanto che pare lo stesso tratto di mare quello che contiene “la voce di colui che primamente conosce il tremolar della marina” e contemporaneamente gli “ossi di seppia” ed i “roventi muri d’orto”.
Vengo dal Sud. Ed ad ogni tappa mi fermo ad annusare, o forse m’affretto come lo farebbe la “Mariposa” che ha fretta di sbattere le ali e raggiungere il luogo dove fermarsi a bruciare d’emozione e stringere la mano alla sera. Nelle tasche porto un bagaglio di nostalgia e dei nodi al fazzoletto per ricordare il viaggio: è un viaggio che ha l’età adolescente del ragazzo che scopre la sua forza per iniziare a ribadirla al mondo, quasi uomo, quasi nell’età maggiore, un cammino che inizia dal basso.
Del sud mi porterò addosso le chiazze di sole e la musicalità delle strade, e svuoterò le tasche proprio lassù dove il viaggio da 17 anni continua, e, nel farlo, attraverserò tutta la città una volta ancora, tentando di perdermi in mezzo alla folla e mi fermerò 17 passi prima del palco per tracciare quella linea invisibile che vorrò superare un piede alla volta per ricordare tutti i nodi del mio fazzoletto.
Quest’anno, per la 17esima volta le notti della prima parte di agosto esploderanno di colori tra i muri vecchi di San Costanzo, quest’anno molte cose verranno dal Sud, per approdare in un luogo che ancora più a Sud pare. Quest’anno giocheremo per parecchio sui confini, l’alto della collina ed il basso del mare, la geografia dei punti cardinali, le immagini e le visioni, il presente ed il passato e quest’anno vi racconteremo delle storie, dei volti, dei viaggi. Quest’anno vi porteremo a ballare, se possibile ancora più del solito e quest’anno cercheremo la sorpresa nei vostri occhi, e ci ciberemo dei vostri sorrisi spontanei, quelli leggeri che nascono a caso e senza nessun perché.
Quest’anno Rock In The Casbah sarà così…verrà dal Sud…volerà leggera…ballerà…e finirà come ogni carnevale, tra maschere e musiche. Io la dichiarazione d’intenti l’ho fatta, ora può partire il viaggio e le storie in esso contenute, le troverete qui, a cadenza settimanale in un percorso virtuale che parte dal Sud, che parte dal mare.

ROAD TO ROCK IN THE CASBAH
SIMONE PARISI