Storia tragica quella che ci porta a parlare di un cantante ucciso solo perché voleva fare il suo lavoro. Gli hanno sparato in testa.
La vicenda legata all’Afghanistan e al ritorno prepotente dei talebani non può stupire, ma deve far riflettere. Intanto persone innocenti, brave persone, perdono la vita sotto l’onta della follia di questo gruppo di azione. Dopo aver vietato la musica nel paese è partita una sorta di class action nei confronti di cantanti famosi per togliere di fatto la poca libertà di espressione che si vive in un paese ormai costretto davvero a dover dimenticare totalmente il concetto di libertà.
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Il musicista ucciso si chiamava Fawad Andarabi. Suo figlio, come riportato da Tgcom24, ha spiegato come sono andate le cose. Pare che i talebani fossero andati qualche giorno prima in casa dell’uomo per perquisirla e poi prendersi un tè con la sua famiglia. Improvvisamente però venerdì sarebbe cambiato qualcosa. Il figlio Jawad sottolinea: “Era innocente, un cantante che voleva solo intrattenere le persone. Gli hanno sparato direttamente alla testa nella nostra fattoria”.
Omicidio terribile
È stato un omicidio terribile, senza motivazione, senza scuse. Il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha parlato della morte di Fawad Andarabi sottolineando che il gruppo indagherà sull’incidente e che al momento non ha delle informazioni precise. Andarabi era un vero e proprio artista. Suonava tre strumenti cioè il liuto, l’arco e il ghichak. Cantava le canzoni della sua terra, quelle folkloristiche della tradizione. Era molto legato alla sua terra e amava il paese, cercando di viverlo da persona libera.
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La morte l’ha trovata direttamente in casa nella sua splendida valle che amava tanto, nella provincia di Baghlan. Questo splendido posto si trova a 100 km circa da Kabul l’epicentro dei disastri di questo giorno. Le milizie che si oppongono ai talebani stanno lottando ma per ora si sono riusciti a prendere solo ed esclusivamente il Panshir che si trova tra le montagne di Hindukush.