Addio Richard Benson, la fine di un’era: dal pollo alle urla, dalla richiesta d’aiuto alla chitarra elettrica

Se ne va oggi uno dei più grandi personaggi della storia della musica italiana e non solo, proprio del mondo dello spettacolo. È morto Richard Benson.

L’Italia perde una colonna di comicità, ma anche di bravura perché di chitarristi capaci come lui ce ne sono stati davvero pochi. Dal famoso pollo alle urla, dalla richiesta d’aiuto alla chitarra (appunto) tutta la sua storia.

Richard Benson
Richard Benson (Instagram)

Aveva appena 67 anni e da tempo era ricoverato, la notizia arriva dal sito ufficiale dell’artista: “Carissimi amici e amiche, dobbiamo purtroppo darvi la notizia più brutta possibile. Richard ha lottato come un leone anche questa volta contro la morte, ma purtroppo non ce l’ha fatta. Ci ha lasciato. L’ultima volta però ci ha detto: se muoio, muoio felice”.

Nato a Woking il 10 marzo del 1955 sulle sue origini britanniche ci sono stati molti dibattiti tanto da portare l’artista a pubblicare addirittura il suo certificato di nascita. È stato un musicista attivo nell’underground che prima per i romani, e poi in tutta Italia, era diventato leggenda. Iniziata la carriera negli anni settanta è stata una delle chitarre elettriche più importanti della storia, paragonabili a quelle di mostri sacri come Eric Clapton o Tommy Emmanuel.

Era diventato anche un personaggio pubblico per le tante trasmissioni televisive e radiofoniche locali a sfondo musicale che aveva condotto con la sua verve e la sua simpatia oltre quel pizzico di genio e sregolatezza che accompagna sempre tutti i grandi.

I suoi concerti erano famosi, e se ne hanno le prove da video che circolano in rete, per le urla e le feroci liti con il pubblico che andava ai suoi concerti spesso per tirare di tutto sul palco da uova a frutta fino addirittura a polli. Era però un odio et amo, un modo di confrontarsi che aveva instaurato col suo pubblico che amava Richard tantissimo.

C’era stata poi anche la partecipazione al film Maledetto il giorno che t’ho incontrato di Carlo Verdone nel 1992. Per l’etichetta discografica INRI aveva pubblicato tre album, ma innumerevoli erano i pezzi usciti dalla sua testa con un ingegno da far invidia ai più grandi della storia.

Dopo sedici anni di fidanzamento il 7 aprile del 2013 si era sposato con la sua amatissima Ester Esposito. Nel 2016 attraverso Repubblica Tv aveva chiesto aiuto ai suoi fan perché in condizioni economiche precarie e costretto a ricorrere a delle cure importanti per frequenti problemi cardiocircolatori.

Negli ultimi anni si era distinto sui social network, soprattutto su Youtube, sciorinando la sua grande classe ed eleganza alla chitarra. Quello che è certo è che Richard ci mancherà anche se il suo genio risuonerà per sempre nelle nostre menti.