Marco Mengoni e Ultimo hanno la stessa malattia

Marco Mengoni e Ultimo non condividono solo il talento, ma purtroppo anche un problema, una malattia che hanno rivelato loro stessi ai fan.

Ultimo e Marco Mengoni (Getty Images)

Il primo è nato il 25 dicembre del 1988 e ha iniziato la sua carriera nel 2009. È stato il primo italiano a essersi aggiudicato il Best European Act agli MTV Europe Music Awards nel 2010, per poi rivincerlo anche nel 2015. Il suo vero esordio lo deve a X Factor talent che vince nel 2009 e che gli permette di firmare un contratto con la Sony Music. Ha vinto la 63esima edizione di Sanremo con la canzone L’essenziale.

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Il secondo invece è leggermente più giovane, nato a Roma il 27 gennaio del 1996. Nel 2018 ha vinto la categoria Nuove Proposte a Sanremo con Il Ballo delle incertezze. Dato come favoritissimo nell’anno successivo si è qualificato secondo nella gara dei grandi con I tuoi particolari. Quella medaglia d’argento fu fonte di grandi polemiche per la vittoria di Mahmood con Soldi e le grandi aspettative che avevano ruotato attorno a lui. Andiamo a parlare di una cosa che accomuna i due artisti.

Marco Mengoni e Ultimo, la loro malattia

Ultimo

Marco Mengoni e Ultimo sono entrambi ipocondriaci, come tanti altri personaggi del palcoscenico musicale nazionale. Il primo in una diretta Twitter aveva affermato: “Sono un po’ ipocondriaco, controllo le analisi a tutta la famiglia. So tutto di queste cose, faccio esami continuamente”. Il secondo invece ci ha scritto addirittura una canzone “Ipocondria” uscita nell’album Colpa delle favole il 7 giugno del 2019 e divenuto disco di platino per aver venduto più di 50mila copie.

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L’ipocondria è una forma clinica di disturbo d’ansia caratterizzata principalmente dalla paura ingiustificata ed eccessiva per quanto riguarda la propria salute con netta convinzione di avere sintomi degni di una presa in considerazione maggiore. I sintomi sono ossessivi e portano il soggetto a vivere un momento di grande difficoltà. Il trattamento principale per risolvere questo problema è la psicoterapia con una terapia cognitivo comportamentale. Si parla di un 5% della popolazione mondiale in grado di soffrire di questa patologia almeno una volta nella vita.