Lutto per J-Ax, l’addio al compagno di vita: “Senza di te oggi non sarei qui, mi hai aiutato a smettere”

Il rapper J-Ax il lungo post su Facebook ha detto addio ad un suo compagno di vita molto speciale il suo gatto sembrerà assurdo ma a quanto pare questo piccolo amico a quattro zampe per J-Ax è stato veramente fondamentale al punto tale che il cantante dichiara che gli ha salvato veramente la vita.

In questo post condiviso su Facebook in cui J-Ax racconta di tutti i momenti trascorsi insieme con il suo gatto ce n’è uno che balza immediatamente agli occhi. J-Ax infatti racconta che il gatto gli è stato accanto quando nessuno lo era, quando i suoi amici non chiamavano più e quando bere gli sembrava l’unica soluzione per poter andare avanti. È quindi abbastanza chiaro il fatto che J-Ax abbia avuto un periodo particolarmente tormentato e difficile nella sua vita probabilmente subito dopo lo scioglimento degli Articolo 31 e che si sia lasciato andare a vizi che ben presto possono essere diventati anche una sorta di ossessione. Sicuramente J-Ax non è diventato alcolista, ma il conforto di un bicchiere di troppo nei momenti di debolezza probabilmente in quell’istante sembrava la cosa giusta da fare e invece proprio grazie al suo gatto il rapper ha smesso. Lui si chiamava Little e gli è sempre stato al suo fianco al punto tale che J-Ax non ha dubbi: “Senza di te oggi non sarei qui”.

L’addio a Little su Facebook

” Ciao Little, forse non te l’ho mai detto, ma mi hai salvato la vita.
Forse a qualcuno può sembrare strano parlare così di un gatto, non sei neanche di una di quelle razze che le signore ricche tormentano con dei pettini finché non vincono qualche trofeo d’oro ( che poi sono di ottone… )

Però, del resto, mi hai sempre capito. Forse non le mie parole, ma il mio animo — sì, quello sempre.

Siamo stati assieme da tanto. Sei entrato nella mia casa più di 15 anni fa. Una vita per me. Per te, 5 o 6, credo.
E, devo essere sincero, i primi tempi non è stato facile.
Ho dovuto insegnarti che esistono delle tane in cui noi umani ci richiudiamo per, uh, pensare, tane in cui i felini non possono entrare perché troppo pericolose… noi umani le chiamiamo… gabinetti.

Cercare di capire cosa ti piacesse mangiare, poi, non è stato facile, sai? E poi ricordarmi di comprarti sempre e solo la pappa che piace a te.

Ti ho dovuto spiegare che non devi attaccare a zampate le chiavi della macchina sul tavolo. Le chiavi mi servono, non mi vogliono uccidere… anche se credo non sia mai servito.

Ah, Little, per inciso, neanche i bicchieri di vino rosso hanno mai cercato di uccidermi.

Ma ogni difficoltà iniziale è insignificante rispetto a tutto quello che hai fatto per me negli anni. Sei sempre stato al mio fianco. Non importa ciò che mi capitava durante il giorno, se tornavo a casa da vincitore o da sconfitto — tu eri lì. Eri sempre lì.

A darmi conforto quando mi sentivo perso. A festeggiare insieme a me quando ero felice. A difendermi dalle chiavi della mia macchina che volevano uccidermi.

Eri con me anche quando tutti mi hanno abbandonato. Quando ero “troppo vecchio”. Quando ero finito. Quando gli amici hanno smesso di chiamare.

C’eri anche quando pensavo che l’unico modo per dimenticare, per anestetizzare il dolore, fosse l’alcool. Mi hai aiutato a smettere. Senza di te, oggi, non sarei qui.
Per questo, il giorno che ho scoperto che ti eri ammalato, ho avuto così tanta paura.

Avevi smesso di mangiare. Stavi lentamente svanendo. Il veterinario disse “diabete”. Quasi tutti mi dissero che non ce l’avresti fatta.

Ma io lo sapevo che non avresti mollato. È bastato darti indietro 1/10 di quello che mi hai dato tu in questi anni per vederti ritornare a vivere.

Alcuni mi hanno detto che sono state cure “esagerate”. Che non sei una persona, ma “solo un gatto”. Hanno ragione, sei solo un gatto.

Infatti nessuna persona mi ha mai dato quello che ho avuto da te. Perché così sono i gatti.

E so che ti saresti preso cura di me come io ho fatto on te. Lo so, perché lo hai già fatto.

E ora che hai perso la battaglia mi manchi ogni giorno”.