ESCLUSIVA Intervista ai Nova | Da Recanati a… Wembley!

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Sebastiano Massaccesi, batterista dei Nova. Ecco cosa ci ha raccontato e i progetti futuri della band.

Nova
I Nova in studio di registrazione

Per quei pochi che ancora non lo sapessero, i Nova sono una band originaria della zona di Recanati ed una delle realtà emergenti più talentuose dell’intero panorama indie-alternative italiano. Il gruppo è formato da Gabriele Perna alla voce, Luca Brodoloni alla chitarra e Michele Cesari alla chitarra ritmica, Federico Carestia al basso, Daniele Decorioni alle tastiere e Sebastiano Andrea Massaccesi alla batteria. Abbiamo avuto il piacere di incontrare proprio Sebastiano che ci ha concesso un’intervista esclusiva in cui abbiamo parlato di moltissime cose.

Ciao Sebastiano, anzitutto partiamo dalle vostre origini. Qual è stato lo stimolo che vi ha spinto a diventare musicisti?

Il nostro obiettivo è stato sin da subito creare qualcosa di inedito. Veniamo tutti da background diversissimi: io sono psicologo clinico e suonavo in una cover band dei Rammstein, Michele si è fatto le ossa nel punk mentre Daniele, ad esempio, ha frequentato la scuola Civica di Recanati e poi il Conservatorio, per cui ha una formazione di stampo classico. Gabriele, che noi chiamiamo “il paroliere”, da piccolo era una promessa del violino e adesso studia Medicina, Federico in passato ha avuto una lunga esperienza a carattere teatrale/musicale mentre Luca, infine, è un’amante del prog-metal e dell’elettronica col pallino della fisica. Ma proprio questa enorme varietà di fermenti ha fatto scoccare la scintilla: vogliamo arrivare dritti all’orecchio dell’ascoltatore con qualcosa di nuovo ma che allo stesso tempo sia familiare.

Lo scorso agosto è uscito il singolo “Swan Song”, che si nutre di riferimenti culturali per nulla banali e sempre imprevedibili. Si va dal rock, al noise, alla new-wave sino al metal: ce lo descrivi?

Abbiamo cercato di coniugare le sonorità rock moderne ad una sezione ritmica che strizza l’occhio agli anni Ottanta. Questo mix di contaminazioni ha influito moltissimo nell’ “emozionalità” della creazione del pezzo: ci siamo incontrati nel 2019 poco prima della pandemia, non ci conoscevamo tra di noi ma Michele ha fatto da collante. E’ grazie a lui se oggi siamo qui: pian piano ciascuno ha cominciato a mettere del suo e in poco tempo possiamo affermare di aver già raggiunto la giusta empatia.

Quali gruppi vi hanno ispirato maggiormente?

Qualcuno sostiene che abbiamo un approccio di tipo “british”, sarebbe però impossibile ridurci ad una semplice etichetta. Io apprezzo particolarmente Strokes ed Artic Monkeys e quando suono la batteria mi rifaccio a loro ma un po’ anche ai Red Hot Chili Peppers, mentre il cantante “Gabo” è un grande fan dei Nothing But Thieves. I synth e la parte elettronica più orecchiabile richiamano invece i Linkin’ Park: il cosiddetto “Nova-style” poggia proprio su questo infinito calderone di influenze. 

I Nova in azione
I Nova in azione

Dove vi piacerebbe vivere e suonare?

Probabilmente Londra, per l’energia underground che si respira e per le band leggendarie che sono passate di là. Il sogno ovviamente sarebbe suonare a Wembley o in altri grandi stadi di fronte a migliaia di persone, speriamo un giorno di riuscirci.

Oggi si parla moltissimo dei Maneskin. Voi siete tra i loro ammiratori o tra i detrattori?

Beh, indubbiamente sono riusciti a risvegliare l’orgoglio rock italiano. Io personalmente li seguivo già ai tempi di X-Factor, tecnicamente sono molto dotati anche se trovo che ultimamente abbiano adeguato la qualità della loro musica alle richieste del mercato. Sono diventati meno aggressivi e genuini, in compenso hanno suonato coi Rolling Stones. Bisogna solo ammirarli e riconoscere i loro meriti.

Chi vedi bene tra i giovani del panorama italiano e in quello internazionale?

In Italia per un certo periodo i Pinguini Tattici Nucleari sono stati tra i migliori in assoluto, nei nostri testi c’è parecchio della loro metrica anche se dopo Sanremo ammetto di averli un po’ persi di vista. All’ estero direi sicuramente i Greta Van Fleet, che mi ricordano parecchio i Led Zeppelin.

Avete già ultimato il vostro nuovo singolo, che dovrebbe vedere la luce nei prossimi giorni. Di che si tratta? Sarà ancora inglese?

Si chiamerà “Escape The Well” e fotografa quel senso di “hopelessness” e mancanza di speranza che ognuno di noi incontra, affronta e combatte almeno una volta nell’arco propria vita. L’inglese non è una scelta irreversibile, però devo ammettere che per esprimere alcune emozioni è la lingua più immediata e funzionale. Inoltre al cantante Gabriele riesce più facile, visto che la sua famiglia è per metà italiana e per metà olandese. Ma non escludiamo affatto un giorno di cantare anche in italiano: avremmo già dovuto farlo in occasione dello scorso Sanremo, purtroppo a causa del Covid non se ne è fatto più nulla e non abbiamo potuto partecipare. L’anno prossimo sicuramente ci riproveremo. 

Quale canzone vorresti aver scritto?

“Starway To Heaven” dei Led Zeppelin, ha accompagnato moltissimo la mia crescita emotiva ed il passaggio tra momenti di depressione e felicità. Come batterista invece ruberei volentieri le bacchette a Lars Ullrich dei Metallica per suonare “The Unforgiven”, ha un ritmo pazzesco. “The Song Of Myself” dei Nightwish infine rappresenta al meglio la mia idea dell’esistenza, la volontà di cercare la bellezza nelle cose e la necessità di condividerla affinché non rimanga inutile. Bisogna uscire dalla comfort-zone altrimenti rischia di diventare deleteria.

Quali sono i progetti dei Nova per il futuro?

Ovviamente l’album, che stiamo cercando di mettere a punto proprio in questi giorni. Per  gennaio c’è in cantiere un evento benefico, vorremmo regalare un miniconcerto acustico al reparto di un ospedale. Poi vogliamo andare al Festival di Sanremo, se non ci saranno contrattempi stavolta non ce lo lasceremo scappare. E poi naturalmente…. Wembley!